Pubblicato il 7 novembre 2014, "The Endless River" è il quindicesimo e ultimo album in studio dei Pink Floyd. Un disco speciale, nato come omaggio al tastierista Richard Wright, scomparso nel 2008, e come chiusura ideale di un cerchio iniziato quasi cinquant’anni prima.
Interamente strumentale (fatta eccezione per un brano), "The Endless River" si presenta come una lunga suite divisa in quattro parti, costruita principalmente a partire dalle sessioni di registrazione di "The Division Bell" (1993), rivisitate e arricchite da David Gilmour e Nick Mason.
Più che un album di nuove canzoni, è un viaggio contemplativo, un tributo alla storia e al suono inconfondibile dei Pink Floyd.
"The Endless River" è un album profondamente atmosferico. Lontano dalle strutture tipiche delle canzoni rock, propone paesaggi sonori che si evolvono lentamente, in un flusso continuo di suggestioni.
Brani come "Things Left Unsaid", "Ebb and Flow" e "Anisina" sono costruiti su tastiere eteree, chitarre sognanti e batterie dilatate, riprendendo le atmosfere di album come "Wish You Were Here" e "The Division Bell".
Non mancano momenti più energici, come "Allons-y" e "Talkin' Hawkin'", che riportano alla mente le sonorità di "The Wall" e "Animals", seppur in chiave più riflessiva e minimale.
Cuore pulsante dell’album è la volontà di rendere omaggio a Richard Wright, tastierista e co-fondatore della band. Le sue registrazioni d’epoca, i suoi tappeti sonori e i suoi assoli di organo e piano dominano il disco, restituendo quella dimensione onirica che aveva caratterizzato i Pink Floyd sin dai tempi di "Echoes".
"The Endless River" è, a tutti gli effetti, una lettera d’amore alla musicalità di Wright, e la band non ha mai nascosto di aver concepito il progetto proprio per far risplendere il suo contributo artistico.
L’unico brano con parte vocale è "Louder Than Words", scritto da Polly Samson (moglie di David Gilmour) e cantato dallo stesso Gilmour. Il testo riflette sulle dinamiche interne alla band, sui contrasti e sulle riconciliazioni, chiudendo il disco con un messaggio di pace e gratitudine verso il passato.
Una vera e propria dichiarazione di intenti: "la musica è più forte delle parole".
Anche se accolto da critiche contrastanti, "The Endless River" ha raggiunto il primo posto nelle classifiche di oltre 20 paesi, dimostrando l’affetto e l’interesse del pubblico verso la band.
Più che un album “convenzionale”, è un viaggio emozionale, una meditazione sonora che celebra la storia dei Pink Floyd e chiude la loro carriera discografica in modo elegante e rispettoso.
Nei concerti di Pink Floyd Immersion, l’atmosfera di "The Endless River" viene richiamata attraverso la cura del suono e delle proiezioni visive. Anche se i brani dell’album non fanno parte del repertorio “storico”, l’approccio immersivo e la ricerca di una qualità sonora avvolgente sono eredità dirette di questo lavoro.
Brani come "Louder Than Words" trovano spazio in momenti dedicati alla celebrazione della storia della band, offrendo al pubblico un’esperienza emotiva e coinvolgente.
"The Endless River" è un disco di contemplazione, di omaggio e di chiusura. Un’opera che non punta a stupire con la novità, ma che abbraccia il passato e lo restituisce in una forma pura, fedele allo spirito dei Pink Floyd.
Se desideri vivere questa eredità in un concerto dal vivo che esalti ogni dettaglio sonoro, non perdere i concerti di Pink Floyd Immersion.