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May 18, 2025 - DA Admin

Richard Wright

Richard Wright: il cuore armonico dei Pink Floyd


Spesso rimasto nell’ombra rispetto a Roger Waters e David Gilmour, Richard Wright è stato in realtà una figura chiave nell’universo musicale dei Pink Floyd. Tastierista, compositore e voce delicata, ha dato forma all’atmosfera eterea e alle profonde armonie che hanno reso la band unica al mondo.

La sua arte non era fatta di protagonismo, ma di presenza silenziosa: era l’aria tra le note, la luce tra gli effetti, la malinconia dietro ogni viaggio sonoro. Richard Wright è stato la tavolozza emotiva dei Pink Floyd.


L’architetto del suono floydiano (1967–1975)


Richard Wright ha avuto un ruolo fondamentale nella costruzione del sound floydiano fin dall’inizio. I suoi arrangiamenti e tappeti sonori hanno definito l’anima psichedelica e poi progressive della band.


🎵 The Piper at the Gates of Dawn (1967)


Anche se dominato dalla visione di Syd Barrett, Wright contribuisce con atmosfere organiche e suoni acidi.
Il suo organo Farfisa in Interstellar Overdrive e Astronomy Domine è iconico.


🎵 A Saucerful of Secrets (1968)


Con l’uscita di Barrett, Wright guadagna spazio.
Scrive e canta “Remember a Day” e “See-Saw”, due dei brani più evocativi del disco.
È anche la voce principale in alcuni live della band, prima che Gilmour prendesse il ruolo fisso di cantante solista.


🎵 Meddle (1971)


Qui Wright emerge pienamente. Il brano Echoes, di oltre 23 minuti, è il suo capolavoro strumentale.
Costruito su un semplice “ping” di pianoforte e su una lunga progressione, è una suite che fonde rock, classica, ambient e psichedelia.


🎵 The Dark Side of the Moon (1973)


Questo album lo consacra definitivamente:


  • Co-autore di The Great Gig in the Sky e Us and Them

  • Le sue armonie jazz, gli accordi sospesi e l’uso magistrale del Rhodes e del sintetizzatore EMS Synthi AKS creano un mondo parallelo


Il disco vende oltre 45 milioni di copie. Wright diventa il cuore sonoro della band.


🎵 Wish You Were Here (1975)


In Shine On You Crazy Diamond, il suo intro strumentale con i synth e l’organo Hammond è tra i momenti più celebri della discografia floydiana.
Il brano è un omaggio a Barrett, ma è anche la dimostrazione della profonda malinconia musicale di Wright.


Crisi, allontanamento e ritorno: il periodo più difficile (1977–1994)


Nonostante il contributo fondamentale di Wright, a partire dalla seconda metà degli anni ’70 i rapporti all’interno dei Pink Floyd iniziano a deteriorarsi. In particolare, il rapporto con Roger Waters diventa sempre più teso.


💣 Animals (1977): l’inizio della frattura


In Animals, Waters assume il pieno controllo della scrittura. Wright contribuisce poco e si trova sempre più emarginatodal processo creativo.


  • L’atmosfera in studio è tesa e autoritaria.

  • Wright inizia a soffrire di problemi personali, tra cui un crescente isolamento e difficoltà con la pressione.

  • Le sue idee vengono respinte da Waters, che ne mette in discussione persino il ruolo nella band.


💥 The Wall (1979): l’esclusione


La situazione esplode durante le registrazioni di The Wall. Waters lo accusa di scarso impegno e pretende le sue dimissioni.
Wright è l’unico membro dei Pink Floyd costretto a uscire dalla band, pur continuando il tour come musicista a contratto (l’unico a guadagnare durante il tour!).

È un’umiliazione dolorosa, che porta Wright a ritirarsi dalle scene per alcuni anni.


✨ Il ritorno: A Momentary Lapse of Reason (1987)


Dopo l’uscita di Waters nel 1985, David Gilmour decide di continuare l’esperienza dei Pink Floyd.
Chiama Wright e Nick Mason per formare un nuovo assetto della band.

Wright rientra prima come collaboratore, poi come membro effettivo nel 1994.

Nel tour di A Momentary Lapse of Reason e nell’album The Division Bell (1994), torna a essere co-autore e musicista centrale:


  • In High Hopes e Cluster One si ritrova la sua inconfondibile sensibilità armonica

  • Nei live, le sue tastiere danno nuova profondità al suono floydiano


Con il live Pulse, la band torna trionfalmente ai vertici mondiali.


Carriera solista, Live 8 e gli ultimi anni


Anche se meno prolifico rispetto a Waters o Gilmour, Richard Wright ha firmato alcuni progetti solisti che rivelano il suo stile personale: intimo, atmosferico e poetico.



🎵 Wet Dream (1978)


Primo album solista, pubblicato durante le tensioni interne ai Floyd.

  • Composto e cantato interamente da Wright

  • Atmosfere rilassate, tra jazz, ambient e progressive

  • Brani come “Holiday”“Drop In From The Top” e “Pink’s Song” mostrano un lato malinconico e riflessivo


Anche se passato inosservato al momento dell’uscita, oggi è un cult tra i fan floydiani.



🎵 Broken China (1996)


Secondo disco solista, molto più maturo e concettuale.

  • È una sorta di concept album sulla depressione, ispirato a esperienze personali

  • Musicalmente sofisticato: uso di synth, archi, atmosfere cinematiche

  • Collaborazione con Sinead O’Connor in due brani

Broken China è forse l’opera più personale di Wright, e rappresenta la sua voce artistica libera dai conflitti dei Pink Floyd.


🌍 Live 8: la storica reunion del 2005

Il 2 luglio 2005, in occasione del Live 8, i Pink Floyd si riuniscono per la prima volta in 24 anni:

  • Gilmour, Waters, Mason e Wright suonano insieme davanti a milioni di spettatori in tutto il mondo.

  • Il set include BreatheComfortably NumbWish You Were Here, e Money.

Richard Wright è al centro del palco, quasi simbolicamente, e il suo contributo emoziona pubblico e critica.
Fu l’ultima esibizione completa dei Pink Floyd con tutti i membri storici ancora in vita.



🕊️ La morte e l’eredità


Richard Wright muore il 15 settembre 2008 a Londra, per un tumore ai polmoni, a soli 65 anni.
La sua scomparsa segna la fine definitiva della possibilità di una vera reunion dei Pink Floyd.


David Gilmour lo saluterà con queste parole:

“Era la mia anima musicale gemella. Senza di lui, i Pink Floyd non sarebbero esistiti.”


Conclusione: l’anima silenziosa dei Pink Floyd


Richard Wright non cercava i riflettori. Non era il frontman, né il leader dichiarato. Ma senza di lui, i Pink Floyd non avrebbero avuto quella dimensione spaziale, sognante e poetica che li ha resi leggendari.

Il suo contributo è stato sottile ma essenziale, come un’armonia che non si nota finché manca. Era il “terreno” su cui Waters scriveva i suoi manifesti e Gilmour intonava i suoi assoli. Era la luce lunare di Us and Them, la voce celestiale di Echoes, il cuore emotivo di Shine On You Crazy Diamond.


Richard Wright ha costruito paesaggi sonori, non solo canzoni. Ha unito classica, jazz e rock psichedelico in un modo tutto suo, e ha lasciato un’eredità di bellezza, malinconia e integrità artistica.

Oggi è ricordato come uno dei più grandi tastieristi della storia del rock. Ma per i fan, è qualcosa di più: è la voce silenziosa dell’anima floydiana.



🎫 Vivi la magia di Richard Wright dal vivo


Lo spettacolo Pink Floyd Immersion è l’unico show in quadrafonia ad alta fedeltà in Italia che rende omaggio anche alla profondità musicale di Richard Wright.

Brani come The Great Gig in the SkyUs and ThemEchoes e Shine On rivivono in un’esperienza immersiva, dove la tastiera diventa un viaggio sonoro nello spazio e nell’anima.