Pubblicata il 14 maggio 1971, Relics è una compilation che raccoglie i brani più significativi della prima fase dei Pink Floyd, dagli esordi psichedelici con Syd Barrett fino alla maturità sperimentale di fine anni '60. Pur non essendo un album di inediti, Relics ha un ruolo fondamentale nella discografia della band, perché riunisce singoli e tracce sparse altrimenti difficili da reperire all’epoca.
Con una copertina iconica disegnata da Nick Mason, raffigurante una strana macchina fatta di ingranaggi e tubi, Relics non è solo un’operazione commerciale: è una fotografia della fase più creativa e anarchica dei Pink Floyd, un passaggio obbligato per chi vuole comprendere le radici del loro sound.
La tracklist di Relics è un perfetto compendio del periodo che va dal 1967 al 1971. Troviamo brani come:
"Arnold Layne", il primo singolo della band, scritto da Syd Barrett, che racconta la storia di un ladro di biancheria femminile con ironia e follia psichedelica.
"See Emily Play", altro classico barrettiano, con la sua melodia ipnotica e testi surreali, diventato uno degli inni della Londra underground.
"Interstellar Overdrive", in versione ridotta, rappresenta la parte più sperimentale e improvvisativa della band, aprendo le porte al cosiddetto space rock.
"Careful with That Axe, Eugene", celebre per i suoi crescendo ansiogeni e le urla lancinanti, anticipa l’approccio atmosferico dei Pink Floyd degli anni ‘70.
Oltre ai brani legati alla figura di Syd Barrett, Relics contiene pezzi fondamentali per capire l’evoluzione della band dopo la sua uscita. Canzoni come "Julia Dream", "Cirrus Minor" e "The Nile Song" mostrano il processo di maturazione di Roger Waters, David Gilmour e Richard Wright, che iniziano a definire il sound progressivo e introspettivo che diventerà il marchio di fabbrica del gruppo.
In particolare, "Julia Dream" segna la prima canzone cantata da David Gilmour nei Pink Floyd, con un’atmosfera sognante e malinconica che anticipa il mood di album come "Meddle" e "Obscured by Clouds".
All’epoca della sua pubblicazione, Relics serviva anche per colmare il vuoto tra due progetti in lavorazione: "Atom Heart Mother" e "Meddle". Ma con il passare del tempo, questa raccolta è diventata un vero e proprio documento storico, apprezzato sia dai fan della prima ora che dai nuovi ascoltatori.
È l’album perfetto per chi vuole scoprire come i Pink Floyd siano passati dalle atmosfere leggere e psichedeliche alla profondità concettuale dei capolavori successivi.
Nei concerti di Pink Floyd Immersion, il repertorio di Relics viene omaggiato per la sua capacità di evocare le radici più autentiche della band. Brani come "See Emily Play" o "Careful with That Axe, Eugene" vengono reinterpretati in chiave immersiva, sfruttando la tecnologia quadrafonica e le proiezioni visive per ricreare le suggestioni psichedeliche dell’epoca.
Questi momenti offrono al pubblico l’opportunità di vivere un viaggio nel tempo, riscoprendo le origini del fenomeno Pink Floyd con una qualità audio-visiva senza precedenti.
Relics non è una semplice raccolta: è la testimonianza delle origini, delle sperimentazioni e della crescita dei Pink Floyd. Un album che racchiude lo spirito libero e creativo della band, prima della consacrazione mondiale.
Se desideri vivere l’esperienza Pink Floyd in una dimensione immersiva e coinvolgente, non perdere i concerti di Pink Floyd Immersion.